
Poco veloce nei finali che lo vedevano coi migliori in campo, doveva sovente accontentarsi di un piazzamento come dimostrano i diciassette piazzamenti tra i primi tre sul podio. Triste quel Giro di Romagna in cui venne acciuffato a cinque metri dal traguardo da Argentin e Contini, pomeriggio di gloria nella Milano-Torino del ’79, quando Alfio spicca il volo sui tornanti della salita di Superga ed è solo, con le braccia al cielo sull’anello del motovelodromo.
Le dieci vittorie conseguite da Vandi tra le quali figurano un Giro del Veneto e una Coppa Placci, non spiegano a sufficienza il valore dell’atleta che durante la sua lunga carriera ha militato nel gruppo dei Merckx, dei Gimondi, dei Moser, dei Saronni, dei Bugno e dei Chiappucci. Gruppo di molti campioni e di tante ambizioni, dove l’usignolo ha ben recitato la sua parte guadagnando i soldi per costruire la casa dove abita con la moglie e due figli. Insieme hanno aperto una fabbrica di abbigliamento per ciclisti e tutto sommato è felice per il suo passato e il suo presente.
Alfio Vandi, l’usignolo delle saliteultima modifica: 2008-11-02T08:43:00+01:00da
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